SONO NATA NEL 1944, MA HO AVUTO UN’OTTIMA EDUCAZIONE LIBERTA’,LEGALITA’,PARITA’ E NELLA MIA VITA HO SEMPRE LOTTATO PER LA PARITA’ E PER I DIRITTI E OGGI POSSO DIRE CHE FORSE IL MIRACOLO SI STA AVVERANDO Annamaria Addante
INFATTI: DUE DONNE COMPLETAMENTE DIVERSE, MA CHE ENTRAMBE RAPPRESENTANO IL MONDO FEMMINILE NEL SUO COMPLESSO, SE QUESTE DUE DONNE AVRANNO LA CAPACITA’ E L’INTELLIGENZA DI NON FARSI LA GUERRA, COME MOLTE DONNE SCIOCCHE FANNO TRA LORO, MA NELLA LORO DIFFERENZA LAVORERANNO PER CAMBIARE QUESTO PAESE E LA CONDIZIONE DELLA DONNA CON REGOLE CHIARE TRASPARENTI E CERTE, QUESTO PAESE RISOGERA’ DAL FANGO IN CUI LO HANNO GETTATO POLITICI IMPROVVISATI E POLITICI INCAPACI!
IN BOCCA AL LUPO A ENTRAMBE E SPERO RIUSCIATE NELLE VOSTRE DIVERSITA’ A FAR CRESCERE QUESTO PAESE!!!
Levenstein, l’autrice di “Non ci hanno visto arrivare”: “Mi cita anche Meloni ma solo Schlein ha capito il mio messaggio”(QUESTA BATTUTA MORTIFICA LA SUA INTELLIGENZA)
di Raffaella De Santis

La femminista ha pubblicato il saggio “They Didn’t See Us Coming”: “Non sorprende che le due leader abbiano usato il libro in modi diversi. Da una parte la segretaria dem con quella citazione allude al movimento che l’ha sostenuta, dall’altra Meloni parla di sé stessa come singola donna”
(COME AL SOLITO ALCUNE DONNE, COME QUESTA GIORNALISTA, CHE NON CAPISCE L’IMPORTANZA DELL’UNIONE TRA DONNE E TENTA DI DIVIDERLE SENZA AVER CAPITO NULLA DI ENTRAMBE, IN QUANTO ENTRAMBE NON LAVORANO SOLO PER LORO STESSE, MA PER QUELLO IN CUI CREDONO E IL FEMMINISMO E’ LA TOTALE LIBERAZIONE E PARITA’ DELLE DONNE CHE ENTRAMBE VOGLIONO E ANCHE IL POTERE PERCHE’ SOLO CON QUELLO RIESCI A CAMBIARE LE COSE!!!)
“Non ci hanno viste arrivare”

Elly Schlein lo aveva detto subito, la notte della sua elezione alle primarie del Partito Democratico. “Ancora una volta non ci hanno visto arrivare”. Non era mai successo che una donna arrivasse al vertice del Partito. E Giorgia Meloni ieri, in occasione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera, ha ribadito: “Il fatto di essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare”. Ed era stata erroneamente definita come una citazione della segretaria dem,(LA SOLITA PRESUNZIONE DELLA SX) quella della prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana. Sia l’una sia l’altra, la leader del governo e quella del secondo partito più numeroso in Parlamento, hanno citato lo stesso punto di riferimento femminista: They didn’t see us coming – La storia nascosta del femminismo negli anni 90.
Certo non era mai successo in Italia che ci fossero contemporaneamente due donne, ai vertici dei più importanti partiti, a capo del governo e dell’opposizione. Due donne che non potevano essere più diverse: per ideologia, estrazione sociale, posizioni, modello culturale e sociale. “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”, aveva detto la leader di Fratelli d’Italia in un discorso a Piazza San Giovanni a Roma nel 2019 diventato emblematico di una scalata inarrestabile costruita passo dopo passo. “Sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Ma non per questo sono meno donna”, aveva replicato nel comizio finale della campagna elettorale per le ultime politiche dello scorso settembre in Piazza del Popolo a Roma Schlein
Accomunate solo dal loro essere in qualche modo “underdog”, sfavorite alla partenza, non le hanno viste arrivare appunto.
Levenstein, figlia di una madre femminista, ha aderito per la prima volta a un movimento quando era studentessa universitaria, negli anni ’90.“In quegli anni, la maggior parte delle persone non riconobbe il respiro e la profondità dell’organizzazione femminista perché tutti si aspettavano un femminismo sul modello di quello diffuso sui media negli anni Sessanta o Settanta”. E invece secondo lei stava cambiando tutto, stava nascendo qualcos’altro.
Qualcos’altro che vive e nasce oggi in Italia una stagione particolare, per combinazione o forse no, proprio a ridosso dell’8 marzo. Il dibattito sul femminismo, sulle leadership femminili in Italia, passerà inevitabilmente da Meloni e Schlein